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Il nostro Maneggio
Aress Fabiola mette a disposizione dei suoi pazienti il Maneggio per Corsi di Equitazione e Rieducazione Equestre
Rieducazione Equestre
Le terapie con il supporto di animali domestici hanno lo scopo di offrire alle persone diversamente abili e alle famiglie la possibilità di entrare in contatto con un contesto riabilitativo ricco di stimoli naturali. La terapia con il cavallo è un complesso di tecniche rieducative che attraverso attività ludico sportive agiscono su danni sensoriali e motori.
Utilizzare il cavallo nel fare riabilitazione significa avere a disposizione una ricchezza di strumenti riabilitativi come il ritmo, il calore del corpo dell'animale, lo scambio di sollecitazioni tra la schiena del cavallo e del cavaliere.
Montare a cavallo ha diversi benefici per adulti e bambini:
- Le sollecitazioni sensoriali tattili, visive ed uditive stimolano e sviluppano i processi cerebrali per la memoria ed altre capacità cerebrali;
- L’organizzazione e la coordinazione dei movimenti stimolano le capacità di combinazione, successione temporale e di organizzazione spaziale che permettono il controllo dei movimenti e sono forme di organizzazione mentale;
- La percezione del proprio corpo nello spazio e nel tempo potenzia l’attività conoscitiva ed immaginativa;
- Le esperienze di movimento influenzano le competenze linguistiche ed espressive;
- Le attività motorie influenzano gli stati emotivi, affettivi e morali;
- l’aumento delle afferenze sensoriali a livello cerebrale migliora le capacità di elaborazione e gestione delle informazioni;
- La costruzione di schemi di movimento favorisce l’evoluzione dell’intelligenza e la strutturazione di capacità e competenze cognitive elementari, intermedie e superiori;
- L’evoluzione di competenze cognitive è utile sia per l’aspetto coordinativo-esecutivo del movimento ma anche per lo sviluppo di capacità quali leggere, scrivere, contare etc;
- La gestione di esperienze emotive legate al successo o insuccesso in una attività;
- Stimola e favorisce una morale autonoma e consapevole.
Il tutto favorisce la presa di coscienza dello schema corporeo, l'aggiustamento del tono muscolare, controllo dell'equilibrio e coordinazione oltre che il raggiungimento di indipendenza e un miglioramento del senso di responsabilità. Il trattamento si divide in fasi: ippoterapia per danni prevalentemente neuro-motori, riabilitazione e rieducazione equestre per i disturbi del comportamento, orientamento spazio-temporale e aggiustamento del tono. Fase pre-sportiva per l'ottenimento di autonomia e spesso precede l'attività sportiva vera e propria.
A chi è rivolta la rieducazione equestre
Sul piano neuromotorio la Rieducazione Equestre è indicata in caso di:
- sindromi da lesioni cerebrali: paralisi cerebrali, (encefalopatie, emiplegie, tetraparesi spastiche, distonie, ecc.).
- sindromi provocate da lesioni neuromuscolari congenite, traumatiche;
- postumi articolari e ossei o da amputazione;
- lesioni sensoriali, parziali o totali ( non vedenti, sordomuti, …)
Sul piano psichico e psichiatrico:
- deficit cognitivi;
- soggetti affetti da disturbi psicomotori e della struttura temporo-spaziale;
- soggetti con problemi di inibizione affettiva, disturbi d’ansia e d’apprendimento;
- psicosi: disturbi generalizzati dello sviluppo, schizofrenia, …
- soggetti socialmente disadattati
- soggetti affetti da sindrome di Down
In tutti i casi è fondamentale una diagnosi corretta per escludere eventuali controindicazioni.
Obbiettivi della Rieducazione Equestre
A livello prettamente fisicola Rieducazione Equestre esercita sollecitazioni sul paziente per il ripristino di diverse funzioni neuromuscolari:
- la motilità globale: l’esercizio muscolare che viene richiesto al cavaliere durante le sedute di ippoterapia, per restare in sella, è notevole. Il movimento stesso del cavallo sollecita il lavoro di molte catene muscolari in maniera del tutto simmetrica, favorendo uno sviluppo globale ed armonioso.
- l’equilibrio: i cambiamenti di andatura e di direzione provocano sollecitazioni costanti per allenare i muscoli del tronco alla presa di equilibrio. Il senso dell’equilibrio acquisito gradualmente contribuisce alla presa di coscienza della propria corporeità e delle sue potenzialità.
- la coordinazione: si sviluppa una coordinazione dinamica globale in particolare nella fase di Rieducazione Equestre, dove la conduzione autonoma del cavallo esige l’uso coordinato di un insieme di movimenti.
- si opera sul dominio delle proprie capacità neuromuscolari ed il loro uso volontario, lavorando così sulla riduzione di eventuali movimenti involontari
- regolarizzazione del tono muscolare: l’aggiustamento del tono muscolare viene ad essere una spontanea risposta alle andature del cavallo e a tutti gli esercizi svolti in sella.
A livello neuropsicologico con la Rieducazione Equestre si lavora su:
- orientamento
- miglioramento dei tempi di reazione e risposta e agli stimoli
- autocontrollo
- riduzione delle stereotipie
Durante le sedute di Rieducazione si stabiliscono relazioni significative tra i soggetti coinvolti, sono così sollecitate:
- reazioni affettive ed emotive
- l’allargamento dell’ambito relazionale e sociale
- Il potenziamento dell’autostima
- L’acquisizione del rispetto degli altri e delle regole
A livello cognitivo il soggetto è costantemente sollecitato affinché:
- aumenti la soglia di attenzione e concentrazione
- sviluppi capacità di memorizzazione
- potenzi la comprensione delle consegne
- migliori l’abilità esecutiva
- acquisisca la discriminazione temporo-spaziale
La Riabilitazione Equestre è divisa in 3 fasi:
- ippoterapia;
- rieducazione attraverso l'equitazione e il volteggio;
- equitazione presportiva.
Ippoterapia
Per ippoterapia si intende la fase di primo approccio con il cavallo, ma parlando di handicap psichici gravi si fa riferimento a quella fase in cui non è richiesta la partecipazione attiva del soggetto.
In questa fase è il cavallo stesso che si presta alla rottura degli schemi patologici: movimenti stereotipati, isolamento, rigidità posturale e aggressività. Sono da inserire in questa fase tutti quei soggetti che, più o meno passivamente, si avvicinano e/o accettano di montare a cavallo e che durante l'attività lasciano la possibilità all'operatore di entrare in rapporto con loro almeno come farebbero a terra. Sono da evitare situazioni di movimenti e/o atteggiamenti simbiotici col cavallo che rafforzerebbero schemi patologici. La fase può essere integrata, dove è possibile, da momenti a terra nella cura del cavallo.
Rieducazione equestre
Richiede un approccio attivo al mondo del cavallo e dell'equitazione, un mondo che si presta in maniera straordinaria all'educazione e/o rieducazione di tutte le aree cognitive, relazionali e psicomotorie, esso è infatti ricco di situazioni sfruttabili dall'operatore; pensiamo, per esempio, alla cura dei finimenti e alla pulizia del cavallo per le prassi e le abilità manuali in genere, ma pensiamo anche alla relazione e comunicazione col cavallo stesso fatta di gesti e sensazioni semplici che sono alla base dei normali rapporti interpersonali.
Questa fase è stata divisa in due momenti distinti, uno di avvicinamento ed uno di apprendimento:
1° fase avvicinamento
- Area cognitiva: conoscenza delle principali parti anatomiche del cavallo, dei finimenti e degli strumenti di pulizia e cura.
- Area relazionale: riconoscimento dell'individuo 'cavallo', differenziazione dei 'sé', rispetto.
- Area della motricità: educazione e controllo della motricità fine, tramite la cura del cavallo e dei finimenti, globale.
- Area del linguaggio: comprensione e produzione di nomi di oggetti e di comandi semplici.
2° fase apprendimento
- Area cognitiva: lavoro sulla conoscenza corporea, sul riconoscimento di figure, movimenti complessi; lavoro e giochi a terra per verificare e fissare quanto appreso.
- Area relazionale: lavoro in gruppo , riconoscimento del compagno e lavoro differenziato. Comportamento attivo con il cavallo.
- Area della motricità:lavoro sul tono muscolare, sull'equilibrio, sul ritmo. Lavori sull'acquisizione corporea di posture e movimenti semplici e complessi.
- Area del linguaggio: comprensione e produzione di comandi semplici e complessi.
Equitazione presportiva
È la fase in cui il soggetto deve sviluppare la consapevolezza dell'equitazione come disciplina, sportiva e non, con tutto ciò che questo comporta: la prestazione, la competitività, ma anche un rapporto speciale con il cavalloe l'inserimento a pieno titolo in riprese e lavori di maneggio con normodotati.